lunedì 29 aprile 2013

Angoscia e la paura di vivere


Chi è aperto e disponibile alla vita non può patire paura alcuna. Sono le nostre difese che generano ogni sorta d'angoscia e problema. Sembra assurdo ma, per la mia esperienza, posso dirti che è proprio così. Crescendo iniziamo progressivamente a erigere dei muri per difenderci dall'inevitabile dolore che comporta l'affrontare totalmente le sfide della vita, ma così facendo rinunciamo anche alla possibilità di comprendere il significato che si nasconde dietro il volto del dolore. Quando tentiamo d'eliminare il dolore dalle nostre vite, ecco che lentamente l'esistenza inizia ad apparirci insensata, vuota, distante. Il dolore è un elemento fondamentale lungo il percorso di crescita che ognuno di noi deve compiere.


Cerca di non fraintendermi. Non ti sto dicendo di andare alla caccia del dolore o d'indulgere in esso. Voglio solo dire che, a volte, la vita comporta il dover affrontare delle situazioni che generano in noi profonde crisi, e se noi rimaniamo totalmente aperti e sensibili in queste situazioni, l'atteggiamento di apertura, di disponibilità alla comprensione che assumiamo, trasforma il dolore in un nuovo stato di maggiore coscienza e forza interiore. Riflettiamo insieme un momento su cosa sia il dolore. V'è il male fisico che genera dolore fisico, e questa è un'altra storia. V'è poi il male interiore che genera quel che io preferisco chiamare sofferenza, per distinguerla dal dolore, che è un fatto del corpo. I mali del corpo sono problemi della medicina, sino a quando non infettano anche l'anima. Ora, però, è la sofferenza quel che vogliamo comprendere.
Bene, quando nasce in noi la sofferenza? La radice di ogni sofferenza è la nostra incapacità di accettare la realtà delle cose. Tutto qui. È poi vero che la sofferenza, nella sua manifestazione, prende mille forme, ma la sua essenza, se guardi con attenzione nella sofferenza di chiunque, è un atteggiamento, più o meno nascosto, di non accettazione della realtà. Non accettare la realtà delle cose significa, inevitabilmente, sprofondare in una spirale di sofferenza senza fine, perché quando una situazione non può essere modificata secondo il nostro desiderio, se in noi non nasce una serena accettazione dello stato di fatto delle cose, sarà inevitabile che il conflitto si sposti completamente nel nostro mondo interiore, rendendoci dei campi di battaglia ambulanti.
Ci chiudiamo alla vita quando vogliamo che la vita vada secondo i nostri piani, ma tutto ciò è folle. La vita è infinitamente più vasta e potente di noi piccoli individui, e opporvisi significa unicamente andare verso un sconfitta certa. In alcuni casi ci è possibile modificare gli eventi, certo, ma là dove non è possibile, per quale motivo non riusciamo a vivere ugualmente sereni? In oltre v'è da dire che è proprio una fortuna che la vita, un gran numero di volte, non vada come noi vogliamo: come sarebbe possibile, altrimenti, crescere e cambiare. Tutto sarebbe sempre uguale a se stesso. Noi rimarremmo sempre gli stessi, con le stesse idee, gli stessi scopi e gli stessi bisogni. Sarebbe come essere già morti.
No...è proprio una fortuna che la vita sia più grande e forte di noi. Ma l'unico modo che abbiamo per vivere e sentire questa nostra impotenza come una benedizione è iniziare a percorrere confiducia le strade lungo cui la vita ci conduce, rimanendo sempre aperti e pronti a scoprire e comprendere nuove lezioni, nuovi significati. La tua angoscia nasce dalla tua opposizione alla vita, questo è l'unico motivo per cui ti senti distante dalla vita stessa.