mercoledì 29 ottobre 2008

- Sei sicuro di voler iniziare questo cammino?
- Certo, ora più che mai!
- Ma cosa ti fa pensare che possiamo affrontarlo assieme?
- La consapevolezza che il tuo Dio e la mia scienza possono andare d'accordo.
- e il tuo Darwin, che fine lo fai fare?
- La teoria evoluzionista non ha niente a che fare con la scienza, anche se si fa di tutto per farla passare come tale. Mancano proprio i principi cardine del metodo galileiano: la riproducibilità ed il rigore matematico.
- Voui dire che allora è tutto un inganno?
- Voglio dire che essa è solo una teoria senza alcun presupposto scientifico. Pertanto non si può escludere l'esistenza di Dio sulla base di quanto finora scoperto.
- E la matematica? la chimica? la biologia molecolare? La fisica? Voi scienziati non spiegate la realtà attraverso queste nuove conoscenze? Come come può un fisico accettare Dio nella propria vita?
- E' qui il grande passo. L'armonicità e l'eleganza delle leggi che governano la realtà rappresentano il modo con cui Dio ha voluto concepire l'universo. Lo scienziato osserva il fenomeno, lo studia lo rende replicabile. Non vuole spiegare Dio, vuole solo scoprire in che modo ha creato. Quindi non potrà mai mettersi in antitesi con la Fede: sono due cose diverse.
La Fede ci porta a Dio, la conoscenza ci fa scoprire il modo con cui Dio ha organizzato la creazione.
In nessun modo la scienza potrà mai sostituire la Fede
In questo senso la conoscenza è un avvicinarsi a Dio, è conoscere il modo con cui Lui ha creato.
Le ultime scoperte della meccanica qantistica sulle strane leggi che governano l'infinitamente piccolo hanno dimostrato che le particelle che costituiscono la materia siano in realtà dei "campi energetici" immateriali, «onde di probabilità» che si materializzano solo allorquando vengono collassate dall'uomo.
La realtà sembra non sia qualcosa di materiale e definito, ma una sovrapposizione di onde probabili che, solo allorquando vengono percepite dall'uomo attraverso l'osservazione, si collassa e materializza nella nostra coscienza. Se non la percepiano, non si manifesta: siamo noi, dunque, che creiamo la realtà tra le tante potenzialmente possibili (concetto aristotelico di potenza e atto).
Creare è il processo attraverso il quale l'uomo collassa un'onda di probabilità materializzandola atraverso la sua percezione, il suo giudizio. La mente ha una funzione di filtro: l'onda di probabilità viene catturata dalla nostra volontà, giudicata e classificata, tradotta in qualcosa di significativo per il dominio della nostra mente, quindi collassata e trasformata in materia. A valle del nostro filtro mentale non si è in grado di percepire la realtà oggettiva: è il filtro che gli assegna un valore comprensibile per noi. Il bene e il male rappresentano la scelta che noi effettuiamo quando classifichiamo l'onda prima di collassarla: essa nasce neutra, è la nostra mente che la giudica e la concretizza attraverso il libero arbitrio.
Il peccato originale nasce dalla disobbedienza dell'uomo a Dio: l'uomo non conosceva la differenza tra bene e male, percepiva la realtà senza giudizio. Ma lui ha scelto di volerla conoscere attraverso la biblica tentazione, ed ha conosciuto la vergogna: per la prima volta la mente umana ha percepito la nudità, giudicata e classificata, l'ha collassata e materializzata nell'emozione di vergogna. Da quel momento la mente umana ha generato il male, l'ha creato nel proprio dominio di percezione: finisce la pacchia, ora dentro di noi abbiamo entrambe le conoscenze e siamo in grado, attraverso il nostro filtro mentale, di tradurre l'onda di probabilità secondo valori a noi comprensibili: ma ora i valori comprensibili non sono solo quelli del bene, ma anche quelli del male!! Sta a noi scegliere come creare la nostra realtà e quindi di scegliere il nostro destino.
Il peccato originale l'uomo se lo porta dento dalla nascita: attraverso il nostro DNA ereditiamo di padre in figlio la primordiale conoscenza del bene e del male. Il cervello, già dalla nascita, è in grado di generare quei processi biochimici ed elettrici provocati dalla mente allorquando percepisce l'onda di probabilità e la collassa in emozioni. Resta il suo arbitrio libero di scegliere tra il bene e il male: il cervello genererà la biochimica opportuna in base alla percezione della mente.
- Ma come esercitare il libero arbitrio?
- Proprio per la capacità della nostra mente, nel percepire la realtà, di codificarla sia nel bene che nel male, non possiamo fidarci di essa: noi siamo più della nostra mente e se scegliamo il bene, dobbiamo educare la mente affinchè crei per noi la realtà di Dio, la salvezza.
E qui Dio non può far niente per noi, se noi scegliamo di creare la realtà del male, inevitabilmente quella sarà la realtà che ci ritroveremo.
Ecco dunque la Fede come unico mezzo per arrivare alla salvezza; solo l'uomo può crearsi la realtà che per sua natura è indefinita e attraverso la Fede noi creaiamo la realtà di Dio che ognuno di noi ha già dentro. Dobbiamo dunque cercare Dio dentro di noi e solo se lo troviamo si manifesterà nella realtà: trovare Dio significa collassare l'onda di probabilità in un concetto comprensibile per l'uomo materializzarlo dentro di noi creandoci la nostra realtà.
E' con la Fede che ci costruiamo l'eternità in Dio.
- Stai dicendo che Dio è un concetto comprensibile per l'uomo?
- Certo, e grazie al sacramento della comunione che Cristo si manifesta continuamente dentro di noi, ci nutre di Sè. il nostro filtro mentale deve, con Fede, percepire l'onda di probabilità con l'amore. L'amore è la chiave di lettura che ci permette, nel processo di creazione della nostra realtà, di generare la realtà di Dio attraverso la conoscenza di Lui che già abbiamo dentro di noi.
- Sii più chiaro, non ti seguo.
- Rivediamo il processo di creazione della realtà umana.
La mente ha una funzione di filtro: l'onda di probabilità viene catturata dalla nostra volontà, giudicata e classificata, tradotta in qualcosa di significativo per il dominio della nostra mente, quindi collassata e trasformata in materia.
Nel classificare e giudicare l'onda, attraverso l'esercizio del libero arbitrio, l'uomo che sceglie Dio e la Fede nel suo progetto, traduce la realtà oggettiva in qualcosa di significativo per la sua mente, cioè Cristo che in questo senso è dentro di noi: cosi l'onda di probabilità viene collassata in un'unica realtà che si materializza, la realtà divina.



La materia, il corpo dunque non è altro che una delle possibili istanze dello spirito. Dio è spirito puro e Cristo è Dio fatto uomo, spirito puro istanziato e materializzatosi.
In questo senso la nascita dell'uomo è l'istanza del suo spirito, la sua materializzazione.
- Quindi una trasformazione da spirito a corpo?
- Assolutamente no, solo una sua manifestazione particolare di tutte le possibili: ma la nascita del corpo non è frutto di una trasformazione: lo spirito materializzato continua a coesistere nella sua natura ondulatoria, con la natura corpuscolare; in sostanza il corpo stesso è spirito e corpo contemporaneamente cosi come un fotone di luce e materia e onda elettromagnetica contemporaneamente.