sabato 16 maggio 2009

LA TERAPIA QUANTISTICA EMOZIONALE

L’uomo è un pensiero, un evento quantistico, una fluttuazione di energia immerso nel grande corpo quantistico dell’universo.
Un pensiero è un evento quantistico di natura energetica, e come tale non differisce da qualsiasi altro pensiero (le particelle subatomiche sono tutte uguali fra loro): non c’è nessuna differenza quantistica fra la gioia e la tristezza, fra la rabbia e la felicità, fra la gelosia e la fiducia, ecc…..
Il problema nasce quando noi diamo una etichetta a queste energie neutre e finiamo per identificarci con le emozioni, osservando quindi la realtà circostante con questi nuovi occhiali emozionali.
Una emozione, bella o brutta che sia, un pensiero, è soltanto un’onda energetica diffusa, invisibile
Se noi osserviamo il cammino del pensiero, vedremo che dopo essere sorto alla coscienza, scompare: se proviamo ad inseguirlo, per vedere dove va, arriveremo in uno spazio vuoto; questo spazio è lo stesso che c’è fra i suoni, fra le parole, ed è la porta d’entrata sia al mondo quantistico che a quello virtuale.
La mente acquisisce una dignità diversa da quella che invece si identifica con il pensiero: comprendiamo che come osservatore dei nostri pensieri, noi siamo più dei suoi contenuti e siamo posti al di là del coinvolgimento emozionale, cosa invece che ci porterebbe nella prigione da noi stessi intessuta con i fili del nostro Ego ( paure, approvazione, controllo su gli altri e sugli oggetti, attaccamenti….).
Qualsiasi emozione può essere vista e vissuta come energia: la carica emozionale negativa svanisce all’istante, quando, distolta l’attenzione dalle cause e dalle condizioni, ci identifichiamo con l’energia di per se stessa : dal punto di vista della fisica quantistica
1) l’onda, di natura neutra, viene intrappolata dalla nostra volontà ;
2) a ciò fa segue una denominazione dell’emozione, una etichetta che
3) se noi vi ci identifichiamo
4) provochiamo un collasso dell’onda, quindi la trasformiamo in particella che
5) una volta acquisita una sua massa emozionale, diventa molto solida, e difficile ad eliminare, anzi si rafforza con la memoria dell’evento scatenante!!!
E' come se avessimo creato una lente personale, attraverso la quale definiamo noi e il mondo.
è inutile, se non dannoso, dare colpe, fare la vittime, o i martiri, ciò rafforzerebbe la solidità della particella e il suo conseguente danno fisico e psichico, oltre al fatto di dare potere a “ padroni “ esterni!
Siamo noi i soli ad essere responsabili delle nostre emozioni, delle nostre esperienze e della nostra realtà soggettiva, da esse provocata.