"Oltre alla preghiera e a tutto ciò che costituisce la vita spirituale, gli antichi Padri attribuiscono una particolare importanza al digiuno. Digiunare non significa astenersi dal mangiare la carne, ma è in primo luogo la rinuncia a cattivi pensieri, desideri e azioni. Il digiuno fisico è tuttavia un ausilio indispensabile per combattere con successo contro le passioni, soprattutto contro l'orgoglio, radice di tutti i mali. Il corpo, che insieme all'anima partecipa al peccato, deve ugualmente partecipare con essa alla virtù…Il digiuno, come ogni altra virtù non salva; tutte le virtù portano solo alla devozione (umiltà) nella quale l'uomo arriva a riconoscere che l'unica salvezza è in Dio e nella sua misericordia". (Padre Mitrophan)
Che cosa ispira all'uomo il demonio per contrastare il digiuno? Il consumismo: cioè la schiavitù ai bisogni immaginari! Quindi la progressiva mancanza di capacità alla rinuncia, che non va intesa come rinuncia alla scienza ed al suo positivo utilizzo (diversamente vivremmo ancora nelle caverne), bensì come rinuncia ai capricci propinatici come indispensabili, ma che in realtà si rivelano sempre più illusori, ipnotici e devianti dalla ricerca di Dio; ricerca che è fondamentale per ogni uomo, non solo per arrivare in Paradiso, ma per procurarsi la felicità sulla terra.