Un percorso di crescita personale non può dirsi tale se non considera e non affronta il problema dell'angoscia profonda.
Affrontare l'angoscia profonda, (qualcun altro lo definisce "quel senso di vuoto interiore"), è il lavoro per cercare di scoprire cosa c'è dietro quella sensazione di nullità che a volte si può vagamente percepire quando ci fermiamo un attimo ad ascoltarci. E' una sensazione angosciante che fa veramente paura, una paura tremenda. Per cercare di non sentire quel senso di vuoto viscerale, molte persone creano un problema ancora maggiore, e cioè vivono con la "paura della vita". Senso di vuoto e paura di vivere, paura del vuoto, paura di "sentire".
E allora cosa si fa?
Per neutralizzare il vuoto e la sofferenza, si nega il malessere, ma nello stesso tempo, facendo ciò, si perde il contatto con la vita. La vita diventa una cosa estranea a sè stessi, si diventa spettatori, non ci si sente protagonisti, non c'è alcun coinvolgimento, c'è invece paura di sentire, di essere in contatto con gli avvenimenti della vita, e per reazione ci si chiude sempre più. Ma il chiudersi, non è l'unico sistema, ci sono anche persone che per colmare questo vuoto, inventano sempre mille cose da fare, non si permettono di essere inattive neppure un minuto, perchè se si fermassero ad ascoltarsi, l'angoscia profonda, o la tristezza, o la disperazione prenderebbero il sopravvento.
Questi meccanismi sono comuni un po' a tutti; ovviamente c'è chi non ne è consapevole o non ha mai intrapreso un cammino di crescita, che negherà sempre, ma, nella mia esperienza ho realizzato che è un disagio che appartiene a tutti.
Da dove trae origine l'angoscia profonda?
Siamo esseri umani che possiedono un corpo mortale, il nostro destino è di morire, prima o poi; ma la nostra mente non può accettare l'idea della morte, essa al contrario, aspira all'immortalità. A livello mentale noi ci vorremmo simili ad una divinità e vorremmo evitare il nostro destino di esseri mortali. L' Io, cerca in tutti i modi di negare la morte perchè così ha l'illusione di evitare il suo destino. Ma cercando di evitare il nostro destino, noi ne creiamo uno anche peggiore, cioè viviamo con la paura della vita.
Questo è in parole semplici il problema esistenziale che un valido metodo di crescita dovrebbe aiutarci ad affrontare, se non considera minimamente il problema dell' angoscia profonda, probabilmente potrà anche essere un metodo utile, ma non essenziale.
Affrontare l'angoscia profonda, (qualcun altro lo definisce "quel senso di vuoto interiore"), è il lavoro per cercare di scoprire cosa c'è dietro quella sensazione di nullità che a volte si può vagamente percepire quando ci fermiamo un attimo ad ascoltarci. E' una sensazione angosciante che fa veramente paura, una paura tremenda. Per cercare di non sentire quel senso di vuoto viscerale, molte persone creano un problema ancora maggiore, e cioè vivono con la "paura della vita". Senso di vuoto e paura di vivere, paura del vuoto, paura di "sentire".
E allora cosa si fa?
Per neutralizzare il vuoto e la sofferenza, si nega il malessere, ma nello stesso tempo, facendo ciò, si perde il contatto con la vita. La vita diventa una cosa estranea a sè stessi, si diventa spettatori, non ci si sente protagonisti, non c'è alcun coinvolgimento, c'è invece paura di sentire, di essere in contatto con gli avvenimenti della vita, e per reazione ci si chiude sempre più. Ma il chiudersi, non è l'unico sistema, ci sono anche persone che per colmare questo vuoto, inventano sempre mille cose da fare, non si permettono di essere inattive neppure un minuto, perchè se si fermassero ad ascoltarsi, l'angoscia profonda, o la tristezza, o la disperazione prenderebbero il sopravvento.
Questi meccanismi sono comuni un po' a tutti; ovviamente c'è chi non ne è consapevole o non ha mai intrapreso un cammino di crescita, che negherà sempre, ma, nella mia esperienza ho realizzato che è un disagio che appartiene a tutti.
Da dove trae origine l'angoscia profonda?
Siamo esseri umani che possiedono un corpo mortale, il nostro destino è di morire, prima o poi; ma la nostra mente non può accettare l'idea della morte, essa al contrario, aspira all'immortalità. A livello mentale noi ci vorremmo simili ad una divinità e vorremmo evitare il nostro destino di esseri mortali. L' Io, cerca in tutti i modi di negare la morte perchè così ha l'illusione di evitare il suo destino. Ma cercando di evitare il nostro destino, noi ne creiamo uno anche peggiore, cioè viviamo con la paura della vita.
Questo è in parole semplici il problema esistenziale che un valido metodo di crescita dovrebbe aiutarci ad affrontare, se non considera minimamente il problema dell' angoscia profonda, probabilmente potrà anche essere un metodo utile, ma non essenziale.