giovedì 6 maggio 2010

L'amore è il sangue dell'anima. Quando si accettano incondizionatamente le emozioni che la vita ci propone, rimanendo nel flusso della vita sia nel dolore che nella gioia, dentro di noi fluisce un'energia che nasce dal cuore e va ad alimentare l'anima. Stiamo permettendo allo spirito santo di operare dentro di noi, di fluire liberamente affinchè ci conduca a Dio. E lo stiamo permettendo perchè non giudichiamo il dolore, ma lo lasciamo fluire dentro di noi accettandolo come parte stessa della vita. Stiamo accettando la volontà di Dio e ci stiamo affidando nelle sue mani indipendentemente dal dolore che la condizione di vita possa portare. Questo atteggiamento ci permette di bypassare il nostro io e porci in sintonia con il grande progetto divino, come parte del tutto. Quando saremo disposti a rinunciare al nostro ego, alla nostra mente, quando cioè saremo veramente pentiti per il nostro peccato originale, allora arriverà il perdono di Dio e saremo pronti per il suo regno: la nostra anima, ricca dell'amore di Dio, continuerà a vivere connessa al Padre. Ma per liberare l'anima, l'io deve morire dentro di noi in modo da tornare alla condizione con cui Dio ci ha creato, prima del peccato originale, quando l'uomo viveva ancora in connessione con il flusso della vita, non separato, vittima della mente, dell'ego e dal senso di colpa da esso derivante.
E' qui il grande regalo che ci ha fatto Dio: il libero arbitrio, la libertà quindi di scegliere Dio accettando il bene e il male e rinunciando al proprio io, o scegliere di opporsi al fluire della vita se essa porta sofferenza al nostro io. Ma in questo modo l'ego si separa dalla volontà di Dio perchè non accetta la sofferenza che la vita gli sta fornendo: con questa scelta ha rinunciato all'anima per il proprio egoismo, si è separato dal fluire della vita che in quel momento chiedeva sacrificio, e da quella separazione ne nasce la sofferenza dell'anima che non sta realizzando la volontò di Dio e quindi sta perdendo il suo alimento essenziale che è l'amore. Si è scelto di non far soffrire l'io, di non accettare il dolore della vita e da qui nasce la rabbia, la paura, il senso di colpa, l'angoscia, il dolore dell'anima.
Cristo ha scelto di accettare la sofferenza rinunciando all'ego: cosi ha sconfitto la morte ed è resuscitato.